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venerdì 12 luglio 2013

L'elezione del Papa, storia del conclave

La foto è presa in prestito dal sito amico, http://www.veneziaeventi.com/
Care amiche ed amici de il Caffè... sono di nuovo qui in questo post, faccio parlare la storia e vi ricordo come funziona il conclave, di conseguenza come si elegge un Papa. Io come tutti voi,  nei giorni  12 e 13 marzo 2013 ho potuto assistere attraverso i siti web alla elezione di Papa Francesco. Io ho 45 anni quindi ho avuto la possibilità di ricordare l'elezione di quattro Papi. Io ricordo:  Papa Giovanni Paolo I, Papa Giovanni Paolo II, Papa Benedetto XVI ( Oggi Papa Emerito), Papa Francesco. I cenni storici di questo post, sono presi in prestito dal sito amico, http://www.veneziaeventi.com/


IL CONCLAVE

Conclave è un termine che deriva dal latino cum clave, cioè "(chiuso) con la chiave". Indica sia la sala in cui si riuniscono i cardinali per eleggere il nuovo papa, sia la riunione vera e propria.

L'evento storico che diede il nome di Conclave all'elezione dei Pontefici, risale al 1270, quando gli abitanti di Viterbo, allora sede papale, stanchi di anni di indecisioni dei cardinali, li chiusero a chiave nella sala grande del palazzo papale e ne scoperchiarono parte del tetto, in modo da metterli in condizioni di decidere al più presto chi eleggere a nuovo pontefice, che fu papa Gregorio X.

Tuttavia il primo Pontefice eletto cum clave fu papa Gelasio II, eletto il 24 gennaio 1118 all'unanimità dei cardinali riuniti nel Monastero di San Sebastiano sul Palatino, luogo segreto e chiuso al pubblico scelto appositamente per evitare interferenze esterne sulla scelta del successore di Pietro (si era in piena lotta per le investiture).

IL GIORNO DEL CONCLAVE

Il giorno fissato per l'inizio del conclave, tutti i cardinali si riuniscono nella basilica di San Pietro dove celebrano la Missa Pro eligendo Romano Pontifice. Il pomeriggio i cardinali elettori in abito corale si recano in processione cantando il Veni Creator dalla cappella paolina verso la cappella Sistina, dove, nei giorni dell'interregno, sono stati allestiti i banchi per la votazione nel coro, è stata eseguita la bonifica da qualsiasi mezzo audiovisivo o di trasmissione all'esterno, ed è stata montata la stufa, nella quale verranno bruciati appunti e voti degli elettori e verrà dato, attraverso i segnali di fumo, una fumata nera per ogni avvenuta votazione, fino a quando non verrà raggiunto il quorum previsto, che è indicato all'esterno con una fumata bianca.Giunti nel coro della cappella, il cardinale decano  pronuncerà per tutti gli elettori il giuramento. Quando tutti i cardinali avranno pronunciato il giuramento il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie pronuncia: «Extra omne» («Fuori tutti»). Questo ordine invita tutti gli astanti, fuorché lo stesso maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, l'ecclesiastico incaricato di tenere la meditazione e i cardinali elettori, a uscire dalla Cappella Sistina.

Il Maestro chiude la porta di accesso sotto chiave. L'ecclesiastico conduce la sua meditazione concernente i problemi della Chiesa e le qualità che il nuovo eletto dovrà possedere. Dopo la sua meditazione l'ecclesiastico lascia la cappella insieme al maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie. Seguono le preghiere. Il cardinale decano chiederà se vi sono ancora dubbi relativi alle procedure. Con la chiarificazione dei dubbi, le operazioni di voto possono cominciare. I signori cardinali arrivati dopo l'inizio del conclave sono comunque ammessi. Un cardinale malato può lasciare il conclave e poi esserne riammesso, un cardinale che lasci il conclave per qualsiasi altra ragione, non può ritornarvi. Per assolvere alle incombenze dell'elezione dovranno essere disponibili il segretario del collegio dei cardinali, Il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, due cerimonieri, due religiosi addetti alla sacrestia pontificia e un ecclesiastico assistente del decano del collegio dei cardinali, tutti preventivamente approvati dal camerlengo di Santa Romana Chiesa e dai suoi tre cardinali assistenti pro tempore.

Il camerlengo e i tre cardinali assistenti pro tempore sono obbligati a vigilare perché non venga violata la riservatezza sia prima sia durante sia dopo le operazioni di voto e di spoglio. La segretezza è imposta per tutta la durata del conclave. Ai cardinali è fatto divieto di conversare con persone fuori dal conclave o di comunicate per posta, per radio o per telefono. La violazione del segreto da parte del personale ammesso ad assolvere alle incombenze del conclave è un reato punibile con la scomunica latae sententiae. Ai cardinali e' fatto ordine, graviter onerata ipsorum conscientia, di conservare il segreto anche dopo l'elezione del pontefice.

LO SCRUTINIO

L'unica forma di elezione del Romano Pontefice ammessa è per scrutinium. Per la valida elezione sono richiesti i due terzi dei suffragi, conteggiati sul numero degli elettori presenti. Nel caso in cui il numero non sia divisibile per tre è necessario un voto in più.

Se le elezioni iniziano il pomeriggio del primo giorno di conclave, vi sarà un solo scrutinio. I giorni seguenti vi saranno due scrutini al mattino, due al pomeriggio. Ciascun scrutinio si divide in tre fasi:

1. Antescrutinium. Questa prima fase prevede che i cerimonieri preparino e distribuiscano due o tre schede a ciascun cardinale elettore. Ciascun cardinale elettore dispone di una scheda di forma rettangolare, con riportata la scritta« Eligo in Summum Pontificem » sotto la quale ognuno scriverà con grafia non riconoscibile il nome del cardinale che intende eleggere a Romano Pontefice.

2. Scrutinium vere proprieque. Un cardinale alla volta si reca, tenendo in mano la scheda piegata in due e ben visibile, presso l'altare dove sono i tre scrutatori e un'urna con un piatto appoggiatovi sopra. Arrivato dinanzi all'affresco Giudizio Universale di Michelangelo pronuncerà il giuramento: «Chiamo a testimone Cristo Signore, il quale mi giudicherà, che il mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba essere eletto.» e posta la scheda sul piatto, lo alzerà per lasciarla scivolare all'interno dell'urna; quindi tornerà al proprio posto. Compiute le operazioni di voto si procede alle operazioni di spoglio. Ciascun scrutatore riporta i voti in appositi fogli. L'ultimo scrutatore legge le schede e contemporaneamente le fora dalla parte interna, dove si trova la parola "Eligo", per farvi passare un filo. Una volta finito lo spoglio, l'ultimo scrutatore fa un nodo ai due capi del filo e lo pone in un contenitore.

3. Post-scrutinium: Quest'ultima fase comprende il conteggio dei voti e il bruciamento delle schede nella stufa, solo dopo il secondo scrutinio eccetto per il pomeriggio del primo giorno o in caso di avvenuta elezione già al primo scrutinio. Gli scrutatori assommano i voti che ciascuno ha riportato. Se il quorum non è stato raggiunto si procede a un'immediata nuova votazione, eccetto che per il primo giorno di conclave.

L'ELEZIONE DEL PAPA

Se per un candidato i voti raggiungono i due terzi dei votanti, l'elezione del pontefice è canonicamente valida. L'ultimo dell'ordine dei cardinali diaconi richiama il maestro delle celebrazioni liturgiche e il segretario del collegio cardinalizio. Il decano o il vice decano oppure il primo cardinale dei cardinali vescovi si rivolge all'eletto dicendo: «Acceptasne electionem de te canonice factam in Summum Pontificem?»  («Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?» ) e a risposta affermativa, soggiunge: «Quo nomine vis vocari?» («Come vuoi essere chiamato?» ). Il candidato risponderà con il nome pontificale.
Dopo l'accettazione si bruciano le schede, facendo in modo che dalla piazza San Pietro possa vedersi la classica fumata bianca.

LA STANZA DELLE LACRIME

Al termine del conclave il papa neo-eletto si ritira nella "stanza delle lacrime", ovvero nella sacrestia della Cappella Sistina, per indossare per la prima volta i paramenti papali con i quali si presenterà in pubblico dalla Loggia delle benedizioni della basilica di San Pietro. Il nome di tale luogo deriva dal fatto che, si presume, il pontefice scoppi a piangere per la commozione e per il peso della responsabilità del ruolo che è chiamato a svolgere.

LA PROCLAMAZIONE

Dopo la vestizione con i paramenti papali, il neoeletto ritorna nella Cappella Sistina e siede alla cattedra. Il cardinale decano invita il nuovo Papa, «eletto alla Cattedra di Pietro», a rileggere il testo di Matteo 16,13-19, con il quale Cristo promise a Pietro e ai suoi successori il primato del ministero apostolico.

Dopo la lettura evangelica e la preghiera per il nuovo Papa, i cardinali si accostano al Sommo Pontefice per prestargli l'atto di ossequio e di obbedienza. Infine viene intonato il canto del Te Deum. A questo punto il conclave è terminato.


Alla prossima volta, seguitemi anche su g+ Ciao.a tutti.... Da....................


Zì ..........

Nanni